Palermo mordi e fuggi, 30 ore di autentica Sicilia

Tra arabi e normanni, espressione del barocco che affascina, dove anche il palato soccombe: sprazzi di Palermo per scoprire la Sicilia che rapisce.
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Scarpe calde, come il tempo atmosferico che dona alla città un’energia unica, praticamente in tutte le stagioni, perché non c’è altra magia che viverla a piedi. Palermo si scopre così, osservandola dall’interno, tra storia e palato: eterne passeggiate, scortati da palazzi barocchi che firmano una città resa brulicante dai vicoli mai domi. Bastano 30 ore per godersi qualche morso significativo di Palermo, senza doversi pentire di non aver timbrato le tappe più acclamate. Per un motivo molto semplice: in Sicilia ci si torna sempre, più di una volta.

Il Palazzo dei Normanni e i suoi giardini

Non si può dire di essere stati a Palermo senza aver onorato della visita il Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana e Patrimonio Unesco dal 2015.

In realtà, la vera attrazione principale di quello che viene chiamato anche Palazzo Reale è la celebre Cappella Palatina, nella quale risplendono, tra i pavimenti con intarsi marmorei e un soffitto ligneo intarsiato a nido d’ape, i mosaici bizantini e il Cristo Pantocratore, che troneggia indiscusso. Inutile specificare che qua i matrimoni trovano la propria sobria scenografia. La visita poi prosegue all’esterno presso i giardini, con una piccola serra e piante ricolme di cedri.

La Palermo dello street food rionale

Vucciria, Ballarò, Del Capo: i tre brulicanti mercati di Palermo aspettano autoctoni e turisti a cielo aperto in un turbinio di canti, grida, profumi, odori, praticamente tutti i dì, giorno e notte sotto spoglie diverse. Ad un occhio che si fa facilmente travolgere dalla frenesia rionale, i tre mercati appaiono simili: frutta e verdura, pesce e carne, stoffe e pentolame, e personaggi pittoreschi che non si faranno facilmente dimenticare.

Il mercato del Capo, il primo visitato, è il giusto mix tra folklore spinto e vernissage culinario rampante: troverete scooteristi della mattina che scorrazzano su motorini dotati di casse acustiche, bancarelle ripiene di verdure da friggere, pesci spada appesi come trofei, pasta al forno esibita in tutta la propria lussuria.

Qua abbiamo assaggiato la Muffoletta, la famosa pagnotta farcita con tonno, cipolla, pomodoro e alici, con la quale i siciliani ligi alla tradizione aprono il 2 Novembre, la festa dei morti. Preparare questo panino a vista sarà l’esibizione più colorita alla quale assisterete, soprattutto se a digiuno.

Più vivace è il mercato di Ballarò, il più noto e storico, nel quale oltre al cibo troverete anche casalinghi e abbigliamento. Ovviamente il sottoscritto non può non soffermarsi sulle bancarelle che scodellano dal vivo polpi marinati tagliati al momento, in una frenetica esibizione che fa eco alle altre migliaia che vivrete passeggiando in mezzo ad avamposti etnici e carrellini street food doc. Qua, il cibo di strada è davvero tale.

Il mercato della Vucciria, invece, rimane il più tranquillo dei tre, ma anche quello dalla vocazione più gastronomica: fermarsi a mangiare un tagliere frizzante colmo di panelle, crocchè e arancine extralarge, convinti dall’istrionico oste di turno, è un leit motiv a cui non si ci può sottrarre, così come inutile evitare gli spiedini di carne cotti al momento o la famosa stigghiola (budello di capretto, agnello o vitello arrotolato e cotto alla brace, servito con olio e limone), da abbinare a birre sottocosto e senza pensieri.

La Cattedrale

Arabi e normanni, le striature profonde e ribelli della Sicilia luccicante, si intersecano nella famosa Cattedrale, da ammirare ad ogni momento del giorno (e anche col tramonto è uno spettacolo di luci e atmosfere). Se non ci fossero i lavori di restauro, il tetto sarebbe a vostra disposizione per godere della vista panoramica sulla città simbolo della Sicilia splendente.

Il Monastero di Santa Caterina

Largo al barocco palermitano in questo complesso in centro storico che vi porta tra storia per la mente e spettacolo per gli occhi. Tip che vale il passaggio, oltre alle meraviglie artistiche: le monache se la cavano molto bene anche con i dolci. A questo proposito, al primo piano una pasticceria ben fornita sarà deliziarvi con cannoli giganti e cassate dall’antica ricetta tramandata, da spazzolare nel chiostro esterno.

Una volta riempito orgogliosamente lo stomaco, via ai piani superiori del monastero, scrutando prima la chiesa dall’alto, poi piedi sul terrazzo per ammirare il chiostro dove avevate spazzolato i dolcetti, e infine tutti in cima, per godersi la spettacolare vista dei tetti di Palermo, fino allo sguardo fisso, magari al tramonto, su Piazza Pretoria. a due passi dai Quattro Canti, il centro esatto della città di Palermo. La piazza viene definita anche Piazza della Vergogna per via di ninfe, tritoni e divinità fluviali senza veli che adornano le vasche concentriche (ma prive d’acqua) della Fontana Pretoria, mettendo a dura prova il pudore del popolo intransigente. Sullo sfondo, illuminato dal sole del tardo pomeriggio, il campanile della Chiesa di San Giuseppe dei Padri Teatini domina lo scorcio. Uno scenario che apprezzerete anche al piano terra.

Il Teatro Massimo

Una vera istituzione in città, anche solo per rilassarsi sulla sua gradinata dopo una passeggiata soleggiata. In stile neoclassico, il teatro Massimo è uno dei più grandi d’Europa e la sua imponenza, peraltro elegante, rappresenta per Palermo un vanto sempiterno.

Dove mangiare

Pochi dubbi vi sono a confutare la seguente affermazione: la Sicilia è la terra d’elezione per il mangiare bene. Sarà ovviamente per la pletora di prodotti d’eccellenza, che partono da ingredienti sacri accuratamente tradotti in piatti iconici. Ma sarà anche per la tendenza, mai urlata, di rinnovare una cucina ricca di suggestioni, incrociando terra e mare senza paura d’osare. Certo, lo street food è l’odore mai domo che vi porta a seguire assaggi scomposti e bocconi di mano, ma quando arriva la sera, le proposte gastronomiche rilevanti non mancano.

Testati e approvati:

Eremiti Restaurant
In pieno centro storico a pochi passi da piazza Indipendenza, c’è questo bel ristorante chic ma non invadente, perfetto per una cena senza fretta, dove la Sicilia gourmand si snoda tra raffinatezza ed azzardo, dal rapporto qualità-prezzo notevole. Il pesce primeggia anche nelle rivisitazioni (come l’arancinetta al gambero), ma anche le pizze gourmet rappresentano un’ottima alternativa.

Osteria Ballarò
Consigliato da Slow Food Italia, inserito nella Lonely Planet regionale e presente nella guida Street Food di Gambero Rosso: l’Osteria Ballarò è un ristorante posato con una vivace enoteca. crocevia di gusti tradizionali ma dai sapori inattesi, espressione di una cucina slow food siciliana che sa bene come imporsi all’appetito. Non solo portate marinare che spiccano (come il tonno tonnato o il polpo arrosto), ma anche prelibatezze mordi e fuggi da abbinare fugaci a bollicine ruspanti come aperitivo.

Locanda del Gusto
Cena
A due passi (di numero) dall’incrocio dei Quattro Canti, il ristorante del Quintocanto Hotel & Spa è uno dei miei preferiti, da consigliare se avete voglia di una Sicilia riposata in un ambiente elegante ma mai oltraggioso se avete voglia soltanto di uscire dalla tradizione. La proposta gastronomica non eccede in sensazionalismi, anche perché basta poco, uscendo dal seminato della tradizione, per creare grandi cose. Qualità-prezzo non male, con un servizio che dona coccole e relax.

Nni Franco U’ Vastiddaru
Pranzo
Istituzione siciliana per un pasto superfrugale, a pochi passi dal mare. Ambiente spartano e per questo dritto all’obiettivo. L’insalata di finocchi e arance è l’espressione più evidente della sicilianità, alla quale abbandonarsi senza preoccuparsi del bon ton.

I Cucci Bistrorante
Cena
Anche qua la tradizione fa i conti con la voglia di innovare, mantenendo sempre un profilo rispettoso. Da I Cucci, oltre al menù degustazione che vi potrebbe togliere d’impaccio dalle troppe indecisioni, la carta riscopre la Sicilia che ha comunque voglia di divagare un po’. Locale centralissimo, perfetto per la passeggiata di fine serata.

Proverei anche:

Ciurma – Officina Di Pesce
Street Food
Quanto spingono quelle foto da sbavo che mettono virtualmente nel palato i fishburger che tanto amiamo? Non solo panini di pesce ma anche primi e secondi piatti in questo chiosco moderno che scodella il mare dandoti del tu, come va di moda ora.

Quattroventi – Comfort Food
Cena
Un ambiente delizioso per una cucina siciliana che si fa fusion senza rischiare l’impertinenza. A colpo sicuro sui menu degustazione (che partono da 45 euro per 4 portate), perché la carta vi farà tribolare con le scelte.

Nino U’ Ballerino
Street Food

Passami U Coppu
Street Food

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