Mamì Bistrot – Per un petit déjeuner in una Rimini parigina

Un brunch alla carta in un’atmosfera sbarazzina: non si può non amare questo bistrot francese nella coo-list del weekend.
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Un brunch alla carta in un’atmosfera sbarazzina: non si può non amare questo bistrot francese nella coo-list del weekend.

La Romagna fa da sempre tendenza, e a Milano ha solo da invidiare le primogeniture dei trend, e non di certo il mare. E’ lungo la costa, infatti, che prendono vita realtà gastronomiche sbarazzine, non sempre localizzate nel fulcro della movida: spesso esse sono gemme che sbocciano in lontananza, o dove non c’è rumore. Mamì Bistrot sorge a Rivazzurra, provincia di Rimini, ma al riparo dal fracasso multicolor che imbratta, almeno sei mesi l’anno, l’altra sponda del porto. E’ un localino che si porta dietro (più che dentro) le atmosfere parigine, una novità nel riminese, che ha comunque mostrato di non avere pregiudizi nel cullare esperienze gastronomiche alternative. I brunch sono già una realtà, anche se ancora un po’ sommessi nelle apparenze, perché i locals non si abbandonano con facilità alle esterofilie, per quanto il turismo a più mandate porti aria frizzante e nuove abitudini.

La location

Oggettivamente: un bel casino. C’è ovviamente chi apprezza la varietà di elementi, ma qui il mix and match è violentemente portato allo stremo. Però fa tanta allegria, questa confusione di stili, tanto che non sai se ti trovi in mezzo ad un circo o in un locale che si trasforma in altro, in ogni stanza. A riequilibrare l’estro scosceso c’è Severine, la biondissima padrona di casa. Le chiederemo, magari il prossimo giro con immutata curiosità, che cosa c’è davvero di francese nell’arredamento, perché l’immaginario transalpino comune è fatto di delicatezza, quasi smorfiosa. Qua invece c’è tanta allegria, voglia di giocare, e lo si percepisce subito dal modo in cui vengono scelte le portate del menù.

Il menu

Un grande gioco, dicevamo. E anche decidere cosa mangiare fa parte di questo ludico passatempo di gusto. Il menù è una rosa di polaroid, da scorrere cercando con gli occhi lo scatto che ci rapisce. Qua capiamo meglio che questo bistrot è ode alla Francia: il pain au chocolat, la tarte aux pommes o le eclair ovviamente non mancano e soltanto pronunciarne i nomi infonde guà i profumi di boulangerie. Dietro ogni carta, la descrizione del piatto e il prezzo (molto meno francese di quanto si potrebbe pensare). Tra french toast e il sempiterno club sandwich, trovare come giocare col palato è assai semplice. Piccolo appunto, ma doveroso: ogni tanto alzate gli occhi al cielo, troverete menu appesi per accedere a combinazioni speciali a prezzo fisso (ma fidatevi, non ne vale la pena).

I piatti

C’è tanta Francia, e ci mancherebbe. Oltre ai dolci tipici che rendono ogni mattina coinvolgente, sono i piatti salati a conquistare attenzioni e mandibole, nella frizzante brezza parigina importata. Il toast con avocado, uova mimosa e bacon (6 euro) rappresenta un compromesso più che gradito per chi vuole mediare tra i sapori, magari se poi a scorrazzare sulla tavola festante c’è un french toast dolce con miele e frutti rossi (4 euro). L’impiattamento è sublime, il servizio veloce pure troppo, per le fauci affamate ma in atto degustativo.

I tre piatti forti del brunch: toast con avocato, uova mimosa e bacon e french toast dolce

Ma sappiamo benissimo che la Francia è soprattutto (e menomale) burro, e nel suo abbraccio caloroso vogliamo stringerci. Il Croque Madame (toast ripieno e soffritto, con uovo all’occhio di bue sul tetto – 6 euro) è chiaramente un’istituzione, e quell’uovo dominante conquista gli appetiti con semplicità. Gli spiriti internazionali ribatteranno che la vera colazione, anche in trasferta, è unicamente continentale, e per loro c’è la Breakfast Royal (10 euro) che di europeo ha tutte le essenze. Il sottoscritto si annovera sul gioco a tutto campo, ovviamente, e il club sandwich, bontà imperitura, è sempre l’occasione per testare davvero il polso della cucina. Pane tostato senza eccesso, sapori ben amalgamati, peccato solo per la mancanza del petto di pollo (sostituito da un comunque buon arrostino) che avrebbe permesso di conquistare l’eccellenza.

Certo, in un bistrot francese si dovrebbe sfuggire da muffin e pancake, simboli di un’americanità fin troppo sdoganata anche in periferia. Il pain au chocolat avrebbe rappresentato la ciliegina golosa sulla torta, se soltanto non fosse terminato, e il french toast dolce non è riuscito a soppiantarne la goduria. Ma almeno siamo rimasti fedeli all’ambientazione, a nostro agio tra suppellettili ameni e sorrisi vivaci.

Mamì Bistrot
Viale Paolo Toscanelli, 22,
47921 Rimini (RN)
Tel. +39 366 502 5515

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